Rancic: “Firenze, Batistuta e Caja”

Damir-RancicDamir Rancic è sbarcato a Firenze. Il nuovo esterno croato dell’Enegan Firenze è arrivato nella tarda serata nella sua nuova città. Dopo il volo aereo che lo ha portato da Spalato a Fiumicino, la guardia classe ’83 è stato accompagnato dal team manager Nicola Toppino in una Firenze che lo aspettava a braccia aperte.
Appassionato non solo di basket, ma anche di calcio (è un grandissimo tifoso dell’Hajduk Spalato), Rancic in due giorni ha abbandonato la sua Croazia per accettare l’offerta dell’Enegan. Bagagli fatti in fretta e via verso una nuova avventura di una carriera che lo ha visto girare tutta l’Europa. “Sono molto contento di arrivare a Firenze – spiega Rancic -. Giocare in una grande città come questa è una grande opportunità. Arrivando a Firenze, ho promesso ai miei amici di comprare almeno una maglia di Batistuta. So che per Firenze lui è stato come un Dio. Non vedo l’ora di poter assistere ad una partita della Fiorentina”.

Uno stimolo importante per il suo sbarco sulle rive dell’Arno è stata la presenza di Attilio Caja, che lo ha fortemente voluto. “Sicuramente la presenza di un allenatore come Caja è stato un grande stimolo per accettare l’offerta di Firenze – ammette la guardia 30enne -. È un allenatore di cui tante persone mi hanno parlato bene. È un grande coach. Il mio primo obiettivo è quello di capire il gioco della squadra, quello che il coach mi chiederà e conoscere i miei compagni. Sono a disposizione e pronto a dare il massimo”.
Ottenuto il nullaòsta dalla Federazione Croata, Rancic sarà tesserato domani e domenica esordirà al Mandela Forum contro la Remer Treviglio. Sempre domani ci sarà il primo contatto con la squadra, le visite mediche ed i primi due allenamenti, uno al mattino ed uno al pomeriggio. “Sono una guardia che sa prendersi responsabilità. La mia caratteristica principale è la capacità di tirare, sia in uscita dai blocchi, che dal palleggio. Sono abituato comunque a mettermi a disposizione della squadra ed a fare quello di cui c’è bisogno. L’importante è il risultato, cioè vincere il più possibile”.

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