L’esordio choc da zero punti contro Empoli non ha demoralizzato Giacomo Bloise. Il playmaker della Fiorentina Basket – condensato di carattere e determinazione in un corpo da regista tascabile – la rivincita se l’è presa subito, sabato scorso nel blitz a Pistoia: 21 punti, 6 rimbalzi, 8 assist. Punti, assist e leadership: ecco la guida della squadra di Giulio Cadeo.
Bloise, all’esordio si è fatto prendere dall’emozione?
«Contro Empoli eravamo tutti troppo carichi. A volte la voglia di fare bene ti può fregare. Anche se devo dire che fisicamente non ero a posto, ma non è una scusante. Non mi è capitato spesso di fare zero punti, diciamo così».
Contro Bottegone è andata decisamente meglio…
«La febbre a 38 con cui ho giocato mi ha portato fortuna (ride ndr)».
Prima una rimonta sfiorata, poi una vittoria al supplementare. Le emozioni in questo avvio di stagione non mancano.
«A Pistoia abbiamo giocato con il coltello fra i denti. Lo abbiamo fatto bene, ma a sprazi. Dobbiamo evitare passaggi a vuoto che possono essere molto pericolosi».
Come inquadra questa Fiorentina nel girone A?
«Non mi nascondo e dico che siamo da prime quattro posizioni. Per esserlo però dobbiamo crescere mentalmente. Siamo un gruppo giovane e completamente nuovo. Serve tempo».
Dopo un anno a Bergamo, perchè ha scelto Firenze?
«Perchè mi sono sentito fortemente voluto. La società ha ambizioni e voglia di puntare alla promozione in due-tre anni. Per questo ho accettato di firmare un contratto biennale. Voglio condividere questa crescita».
Con Cadeo che rapporto ha?
«Viaggiamo sulla stessa lunghezza d’onda. Abbiamo un rapporto diretto e di confronto continuo».
Sabato è rientrato Valentini. Un’arma in più.
«Ha un’aggressività agonistica feroce. Sarà il nostro leader difensivo. Da playmaker poi, dico che in attacco abbiamo un’arma in più. Per me è stimolante avere tanti compagni forti e poterli mettere in ritmo».
Venerdì a San Marcellino arriva Piombino. Altro big match.
«Sarà un’altra battaglia, ma in casa non possiamo più concedere sconti a nessuno».
Fonte: La Nazione