Le 15 cose che ricorderemo dell’All Star Game 2016

Un evento rimasto negli occhi e nel cuore di molti, anche a giorni dalla sua conclusione. Ma cosa ci è rimasto più impresso della tre giorni al Piazzale Michelangelo?

  • Se qualche spiaggia cerca animatori a Firenze trovate in saldo Zanardo, Calamai e Paoletti, non hanno bisogno che di un po’ di acqua e un microfono per funzionare. Sono stati testati per 72 ore sotto a un sole torrido e vento impetuoso. Chiamare ore pasto, li troverete con un hamburger di chianina o un panino ai gamberi.
  • Il playground è l’habitat perfetto per Marco Cherici, dov’è riuscito a convivere alla grande con il suo amico e allenatore Pippo Pescioli. Chissà se in stagione al PalaBalducci rivedremo qualche caviglia messa a dura prova dai crossover del numero 2 Bianco.
  • Tommaso Vignozzi è stato senza dubbio una delle sorprese dell’ASG, tenuto spesso e volentieri in campo da coach Trucioni ha segnato 15 punti complessivi tra semifinale e finale, vedendo quanto sono stati bassi i punteggi finali, si capisce l’importanza di questo giocatore nella vittoria dei Rossi.
  • Sfida epica sotto le plance tra due esimi interpreti del ruolo: Mattia Udom (13.5 punti di media) e Andrea Zerini (9 segnati a partita). I due numeri 11 di Bianchi e Rossi, hanno dato vita a sfide intense sotto il tabelloni, veri e propri testimoni per i ragazzi fiorentini che vogliono arrivare a giocare in serie A e fare del basket il proprio lavoro.
  • Ricorderemo per sempre l’imperturbabilità e la pacatezza di Tommaso Romoli quando il vento ha divelto tutti i gazebi, grazie a lui la serenità ha regnato sovrana (eufemismo).
  • Rischio di lussazione di una spalla, sbucciature varie, cadute e problemi muscolari, tutti prontamente risolti dalla crocerossina Enrica Niccolai che si è avventata su chiunque avesse un problema. Dopo il Mayer abbiamo una nuova eccellenza ospedaliera in città!
  • Sono passati da Piazzale Michelangelo più bambini che da MondoBimbo. Una sequela di ragazzi e ragazze dai 6 ai 12 anni ha letteralmente invaso i due canestri a loro riservati giocando 24 ore al giorno non-stop, il tutto sotto gli occhi vigili di Martina Pugliese e Leonardo Lerede.
  • Le curve dei quattro quartieri, i fumogeni, i cori da palazzetto, il fair play: nonostante siano transitate dal Piazzale qualche migliaio di persone, mai nessuna di queste è andata sopra le righe. È questo il tifo che ci piace ricordare.
  • Nessuna partita è stata uno show o un’amichevole, vedi i falli presi, i tecnici, nessuna squadra voleva perdere e tutti hanno messo il proprio agonismo difendendo ad ogni azione. Non si molla nella regular season, figuriamoci di fronte al Cupolone di Brunelleschi.
  • Anche l’occhio ha voluto la sua parte, niente è stato lasciato al caso. Il villaggio del basket creato grazie ai tanti sponsor è stato progettato nei minimi dettagli, con vesti grafiche per il playground, magliette, gadget e quant’altro. Un plauso alla premiata ditta Tommi Paoletti e Tommi Romoli.
  • Il livello sul campo è stato molto alto. Con giocatori provenienti da dalla serie D fino alla A e dalla nazionale (indizio: il tale cestista ha pure vinto il premio di MVP della manifestazione). Ovviamente anche chi veniva da serie inferiori non ha mai demeritato, mettendo tutto sé stesso in difesa della propria conference.
  • Siccome Firenze fa della multiculturalità un suo tratto distintivo, non poteva mancare un cestista islandese (o altoatesino?) all’All Star Game: Alex Putzer. Oltre a far innamorare una sequela di ragazze ha partecipato alla gara delle schiacciate rimanendo fuori dalla finalissima per un soffio.
  • Come dimenticare poi lo slum dunk contest, con la finale tra Lorenzo Scolari (e il suo selfie-time a mezz’aria durante la schiacciata) e Raffaele Camerini, poi vincitore grazie al salto di due ragazzini travestiti per l’occasione da Teletubbies. Grandi idee per un pubblico estasiato.
  • Impossibile dimenticare lo stand e il salvadanaio per la fondazione Tommasino Bacciotti, riempito grazie alla solidarietà e alla generosità dei presenti. Baldacchino che è stato gestito da alcune volontarie stakanoviste per tutti e tre i giorni, vendendo le magliette e gadget per autofinanziare la tre giorni del prossimo anno.
  • La pallacanestro a Firenze è viva e ha un cuore grande composto dai tanti volontari e spettatori che sono passati dal piazzale. Sin dal primo giorno la gente parlava già di cosa si poteva aggiungere all’evento del prossimo anno. Quali saranno le innovazioni? Tra 360 giorni avrete la risposta! #ASG2017 is coming e #cisaradadivertirsi!

con la collaborazione di Antonio Calamai

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