John Ebeling e il suo ritorno a Firenze

Entrando nel Mandela Forum lo sguardo di John Ebeling sembra un po’ quello di un bambino emozionato. Lui, “l’Angelo biondo”, a Firenze fece innamorare tutti. Ventisette anni dopo, anche lui si dimostra innamorato della città e di ricordi unici. “Ero già tornato un paio di volte a Firenze, però entrando in questo palazzo mi sono venute le lacrime agli occhi perché qua ho dei ricordi favolosi. La promozione, ottomila persone al palazzo, un clima pazzesco: a Firenze ho passato momenti indimenticabili della mia vita. Non ci credo che Firenze non è ad alto livello. Ha un grande Palasport, è una delle città più importanti d’Italia. Meriterebbe la serie A. La B-1 (DNA ndr) è già una buona categoria, ma Firenze meriterebbe ancora di più”.

Guarda ed indica le tribune Ebeling. Guarda e si emozione: “Tutto quel settore lì – dice Ebeling indicando una parte degli spalti -, era occupato da tifosi infuriati. In questo campo ci si sentiva a casa, quando entravo in campo si sentiva il calore della tua gente. In quegli anni ci siamo divertiti ed abbiamo fatto divertire la gente. Mi piace ricordare Beppe Varrasi. La pallacanestro di grande livello sarà sempre legata al suo nome. E’ stato favoloso e non sarà mai dimenticato”.

Adesso Ebeling pensa a Pesaro e ad un cantiere sempre aperto. Il futuro? Chissà… “Il gruppo qua a Pesaro si è formato da poco, dobbiamo ancora creare un sistema, formare una vera squadra. Possiamo tranquillamente salvarci e pensare chissà a qualcosa di più.

Io a Firenze in futuro? Firenze è stata una delle più belle città in cui sono stato. Sarebbe una favola tornarci e poter lavorare qua”.

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