Fagotti lascia la Fiorentina: “Grazie Firenze ma non potevo rifiutare l’offerta di Legnano”

La notizia era nell’aria da giorni, ma è servito un ultimo colloquio con il presidente Piacenti per definire l’addio di quello che per tre stagioni è stato il punto di riferimento operativo di questa Fiorentina Basket, fin dalla nascita nel 2015. Antonio Fagotti è stato l’artefice primo del progetto viola, ora la società dovrà fare i conti con la definizione del budget e la riorganizzazione societaria necessaria per continuare a crescere nella prossima stagione.

Antonio tagliamo la testa al toro subito alle malelingue sulle motivazioni della tua partenza?

“Si sono d’accordo, fra le varie offerte che mi sono arrivate ho scelto l’A2 di Legnano. Le ho analizzate in base alla qualità e quella di Legnano è un’offerta impossibile da rifiutare, ottimo progetto. Poi il fattore geografico, perché naturalmente avevo la necessità di fare il babbo a tempo pieno, questo non è stato affatto secondario.”

Padre non solo di un splendido figlio che sta a Milano, ma anche di un progetto creato dal nulla a Firenze nell’estate del 2015, un progetto che adesso lasci al suo destino.

”Certe offerte non le puoi rifiutare. A Firenze mi era stato chiesto di ricreare una società sana che avesse le potenzialità di crescita per arrivare in A e riappassionare la gente: tre punti conquistati in un escalation di tre stagioni, con un fattore di crescita più unico che raro. Mi sento di aver dato alla Fiorentina il mio dna attraverso l’etica e la qualità del lavoro, contro ogni pronostico. Il tutto è stato possibile dopo che sono riuscito a coinvolgere nel progetto Massimo Piacenti, che è un imprenditore di successo, appassionato e di indubbi valori.”

Tre anni che sono cominciati con una retrocessione, di sicuro non è stato facile.

”In questa città abbiamo dovuto combattere lo scetticismo generalizzato iniziale, tutti infatti si domandavano se avremmo finito la prima stagione. Questa criticità mi ha unito particolarmente con Piacenti e si è aperta una finestra in cui mi sono sentito davvero supportato dalla sua fiducia e quindi libero di fare le mie scelte in libertà. Dalla retrocessione, fino all’esonero di Cadeo ho potuto mettere in pratica le mie idee non convenzionali, non per ultima quella di portare sulla panchina viola Andrea Niccolai, che molti benpensanti sconsigliavano.”

Firenze città difficile e di orticelli, la All Food ha lavorato per superare queste storiche divisioni, “Fiorentina Family” è una tua idea e sta funzionando proprio perché vieni da fuori?

“Assolutamente si, non sono mai stato coinvolto in dinamiche che allontanavano la Fiorentina dal raggiungimento dei propri traguardi. Questo ha attirato alcune antipatie, ma ci ha consentito di allargare il progetto a nuove figure che erano estranee al movimento fiorentino. Le società che avevano lo stesso credo ma non potevano avere la stessa risonanza invece si sono riconosciute in questa mentalità e ci hanno seguito e supportato. Anche senza di me spero che la Family passi alla seconda fase, quella in cui le società possano entrare in questo contenitore e si arricchiscano anche loro dei progressi conseguiti dalla All Food.”

Tante le emozioni, alti e bassi legati a tante persone che sono passate in questa società.

“È stato un privilegio, un continuo arricchimento lavorare con questo gruppo di lavoro, ho tanti ricordi, a parte i punti fermi di Piacenti e Vignozzi ovviamente (ride ndr), della prima stagione ricordo coach Salieri, che si era calato con fiducia in un’avventura non semplice. Della seconda stagione Niccolai, per la reciproca scommessa vinta. Della stagione appena conclusa impossibile fare un nome, mi porto con me tutto il gruppo, uomini veri capaci di sacrificarsi per arrivare dove volevamo.”

Non sarà un addio questo immaginiamo ma un arrivederci a Firenze.

“Un saluto a cominciare dai tifosi, sopratutto a chi ci ha seguito fin dalla prima partita. Ringrazio chi mi ha sopportato in questi anni e mi riferisco in particolare allo staff e anche chi mi ha osteggiato perché mi ha dato la forza di non gettare mai la spugna. Ringrazio Firenze, dopo tre stagioni sono professionalmente più completo e le auguro di stare più vicina a Piacenti per non sperperare quanto di buono fatto.”

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