Dingacci: “Carico a molla, fatemi iniziare questa stagione con l’Avvenire”

Nuova stagione e nuovi stimoli per coach Matteo Dingacci, arrivato all’Avvenire 2000 i primi di luglio e pronto a rilevare l’importante testimone lasciato in Serie B da Valentina Pavi. Il tecnico è però carico nel voler vincere questa sfida, cosa che trasmette fin da subito.

Prima esperienza con il femminile, come la vivrai?
“Prima esperienza e molta curiosità. Io stesso ho riflettuto molto sulla decisione giusta da prendere, alla fine sono arrivato alla conclusione che il basket è sempre basket. Quindi allenare queste ragazze sarà un motivo di ulteriore crescita personale e cestistica. L’unica cosa che mi ha infastidito in questi giorni sono stati certi chiacchiericci alle spalle, ma purtroppo Firenze è anche questo. Cercherò di rispondere sul campo con lavoro ed umiltà. Negli ultimi anni, malgrado i miei ampi limiti, i risultati li ho sempre portati a casa: un altro ambiente, un’altra sfida ma mi sento già in famiglia”.

Sarà dura guidare un gruppo plasmato da 5 anni dalla Pavi, sei preoccupato di questo?
“La Vale è stata una grande. Ha creato un bel giocattolino insieme alla società: la promozione poi il quinto posto. Beh è senz’altro una bella eredità. Dovrò essere bravo a saper motivare le ragazze, trovare nuovi obiettivi; se partiamo a pancia piena sarà un disastro. Io limiti non me ne pongo, la salvezza è l’obiettivo, però sono abituato a giocarmele tutte tanto più adesso che non conosco nessuno. Venderemo cara la pelle. Inoltre le ragazze viste a luglio mi hanno dato idea di compattezza e carica, e questo mi ha entusiasmato come una molla. Se non iniziamo impazzisco!”.

Quindi testa bassa per la salvezza e se arriva presto farete un pensierino ai playoff?
“Salvezza e poi vediamo. Ci sono società che puntano dichiaratamente ai play off, noi cerchiamo di fare una passo alla volta. Poche chiacchiere, lavoro e obiettivi piccoli ma raggiungibili. Poi se arriverà la salvezza vedremo”.

Commento sul campionato? In particolare come vedi la Florence e la PFF?
“Vedo società più esperte, più strutturate, ma non sono né geloso né pensieroso, il basket si gioca con una palla in una palestra 5vs5 per tutti. Sicuramente la Florence vorrà rifarsi della scorsa stagione, la PFF ha perso qualche giocatrice ma ne ha prese altre valide: sarà un lungo campionato. Rispetto per tutti ma in campo non ho amici, solo avversari sportivi per 4 tempini”.

Capitolo roster. Conferma del blocco storico e nessun nuovo arrivo?
“Sul mercato ci stiamo muovendo con circospezione. Abbiamo trovato di nuovo Veronica Capo che dopo le operazioni al ginocchio speriamo possa darci una gran mano, senza pressione. Poi gruppo confermatissimo, vogliamo recuperare al meglio anche la Vigna post infortunio. Sul mercato qualche contatto c’è stato ma per adesso niente in arrivo. 12-13 ragazze nel roster vanno più che bene, inutile aggiungere per aggiungere, meglio trovare pedine che si integrano o che fanno al caso nostro altrimenti questo gruppo è già competitivo e compatto al 100% e non si tocca.

Situazione del basket fiorentino. Dalla B in giù qual è lo stato di salute del movimento secondo te?
“Tanto amore, tanta passione. Ma siamo e rimarremo fiorentini”.

Sei disincantato?
“Troppe divisioni ed energie sprecate, qui a Firenze è un tutto contro tutti. È giusto provare a vincere nelle giovanili perché il basket parte da lì, il problema è che poi portiamo pochissimi giocatori nel professionismo. Però mi viene in mente la Sancat che riesce a fare campionati di eccellenza e credo che nei prossimi anni si toglierà tante soddisfazioni, ma oltre a lei c’è poco in giro. Aggiungo anche che noi coach dovremmo lavorare meglio in palestra, non è neanche però possibile affidare 3 squadre ad un solo tecnico, i miglioramenti dei ragazzi saranno giocoforza mediocri. Questo è sintomo di crisi economica ma anche di chiusura mentale”.

Quindi costruire una società un passo alla volta.
“Vedi Avvenire 2000 è una famiglia che sta cercando divenire società. La cosa mi è piaciuta sin da subito, sono persone sincere e schiette che non promettono mari e monti. Siamo così, proviamo a crescere o andare avanti insieme”.

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