Dolori e speranze per l’Italbasket femminile

“Le anime più forti sono quelle temprate dalla sofferenza. I caratteri più solidi sono cosparsi di cicatrici”.
Khalil Gibran

In questi caldi giorni di giugno la terra è sembrata girare al contrario per gli appassionati di pallacanestro nella penisola. I social, i media, le chiacchiere erano tutti ad appannaggio dell’Italbasket. Il problema è che la nazionale maschile inizierà le sue fasi solo dal 31 agosto, infatti chi ha monopolizzato l’attenzioni dal 16 giugno ad oggi è stata l’Italia della pallacanestro femminile.

Per chi avesse vissuto altrove in queste ultime ore, le azzurre sono arrivate ad un passo dalla qualificazione ai prossimi mondiali, estromesse per la sconfitta patita ieri contro la Lettonia, anche a causa del fischio antisportivo decisivo nell’ultimo possesso (dove l’Italia poteva spendere ancora un fallo): un vero e proprio abbaglio del direttore di gara che però, in questa sede, non staremo a commentare oltre.

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L’episodio decisivo nello spareggio contro la Lettonia.

La sconfitta brucia perché queste dodici ragazze avrebbero meritato una chance ai mondiali, invece il prossimo appuntamento sarà soltanto tra due anni negli europei di Lettonia e Serbia 2019. Due anni in cui però crescerà la voglia di rivalsa (che già emerge dalle parole delle protagoniste), per cui proviamo ad analizzare cosa ci portiamo dietro di positivo da questa dolorosa esperienza.

1. La lettera affidata ad internet di Giorgia Sottana è struggente, un misto tra rabbia e delusione che descrive però anche l’animo guerriero della guardia della Famila Schio. Ha chiuso l’europeo tirando non benissimo, ma venendo fuori nei momenti più delicati con gran carisma. Interessante anche la sua abilità di passatrice, chiude in top 20 per assistenze (con 2,7 a partita), oltre ad essere in top 15 per punti segnati (tredicesima con 13,4).

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Qui Sottana mette lo zampino per recuperare il pallone, conduce il contropiede e si alza dolcemente per la tripla. 

2. Il gruppo, come detto anche da Masciadri, è stato la forza per queste azzurre. Senza bisogno di aver continui attestati di amicizia l’una con l’altra sui social e nelle interviste, ognuna ha messo da parte il proprio ego per essere al servizio del collettivo (si vede molto bene nella distribuzione dei tiri e nei minutaggi). Dopo aver perso Chicca Macchi (in un durissimo infortunio), sono salite in cattedra per sopperire a questa assenza tutte le cestiste, come la Dotto (playmakerina con buon tiro da tre e visione di gioco), Ress (centro positivo e tuttofare), la Crippa (esperta in rapine difensive) e le altre a roster.

3. Artefice della cavalcata e di tutti gli aggiustamenti possibili è stato coach Andrea Capobianco, tecnico perfetto per questa nazionale. “La vita è fatta di sogni – ha spiegato il coach molisano dopo la dolorosa sconfitta contro la Lettonia -, questa squadra mi ha aiutato a sognare. Sono orgoglioso e onorato di aver allenato queste ragazze. Però in certi momenti parlare di tecnica è difficile, perché penso che le ragazze abbiano affrontato l’europeo e questa partita con qualità e cuore incredibile. Abbiamo lavorato per tante settimane e abbiamo perso due partite per un punto: ma vado a dormire molto sereno.”

4. Da notare anche che la sovraesposizione mediatica di questi giorni è stata gestita bene dagli addetti alla comunicazione della FIP e della LegaBasket Femminile. A questo si aggiunge un’ottima cura delle gare a livello televisivo gestite da Sky Sport, che ha avuto commentatori competenti come Geri de Rosa e Silvia Gottardi, assieme al solito Livebasketball.tv, portale internazionale che trasmette partite da tutto il mondo.

5. Dulcis in fundo, Cecilia Zandalasini, forse la miglior giocatrice europea fino a questo momento. Il suo stile di gioco è descritto molto bene qui, per il resto parlano i numeri e le immagini di questo europeo. Ha sfiorato la doppia-doppia (19+9,6 rimbalzi) classificandosi seconda per punti segnati e quarta per rimbalzi nella competizione. E’ incredibile il suo modo di correre in campo aperto, l’istinto per la stoppata (nonostante sia solo 185 cm) e il suo tiro da tre punti che da ondivago si fa via via più costante. Un vero patrimonio del basket italiano, che dopo la ferita di quest’anno ritornerà forgiata come un’ azzurra spada d’Acciaio di Valyria.

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