Coach Sanguettoli: “A Firenze serve un pool di giovanili per aumentare la competitività”

Firenze –  Bonfiglio, Vitali, Belinelli, Brkic, Malagoli in quintetto e dalla panchina potrebbe alzarsi Romboli. Verrebbe fuori una squadra niente male, in linea l’idea di gioco con tanti “piccoli” in campo come sono sperimentate oggi, senza dimenticare i compianti Chicco Ravaglia e Barlera. Questi giocatori hanno tutti un tratto in comune, ovvero l’essere passati dalle sapienti mani di Marco Sanguettoli (e qualcuno, come la guardia degli Hornets in NBA, ci torna ogni estate).

Mercoledì 18 gennaio lo storico allenatore bolognese, e adesso responsabile tecnico a Cento, è tornato a Firenze invitato per l’evento organizzato dall’Associazione Firenze per la Pallacanestro. Il tema era un clinic indirizzato agli allenatori facendo giocare l’under 16 regionale dell’Affrico: “Si tratta di un allenamento basato sulla costruzione di un attacco alla difesa a uomo – ci spiega coach Sanguettoli –, siamo partiti da un paio di esercizi di fondamentali per poi passare dall’uno contro uno fino al quattro contro quattro. È un modo di giocare non schematico ma di lettura, libero che cerchi di stimolare i ragazzi a pensare mentre giocano, perché sta a loro capire in ogni momento come mettere in difficoltà l’avversario”.

L’ex allenatore della Virtus Bologna è quasi un habitué sulle sponde dell’Arno, per cui viene naturale domandargli come venga percepito il movimento cestistico fiorentino da fuori: “A Firenze c’è una grande passione – attacca subito senza troppi pensieri –, ne parlo anche con alcuni miei amici, miei coetanei con cui mi scontravo, gli allenatori qui hanno grande passione e queste iniziative sono lodevoli. Considerando, ad esempio, anche il mio amico Vincenzo Carlà, una persona che oltre ad aver allenato tiene sempre molto motivato l’ambiente. Ma non si tratta tanto della capacità degli allenatori quanto della volontà di riunire tante piccole società che disperdono un po’ le loro forze: bisognerebbe costituire dei pool più numerosi in modo da poter creare dei gruppi più competitivi, in cui i ragazzi migliori possano ogni giorno crescere e allenarsi in un contesto più competitivo”.

Infine un momento amarcord sempre ricordando il basket fiorentino per un coach che allena ormai sin dagli anni Settanta: “A Firenze ci sono state sempre grandi battaglie dove poi sono fiorite belle amicizie che sono rimaste negli anni. Come non citare persone come Riccardo Paludi, Andrea Evangelisti, Massimo Bigazzi, i fratelli D’Agostini, Piernicola Salerni, Sandro Grossi e tanti me ne sto sicuramente dimenticando.”

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