Firenze-Desio, il ricordo di una grande rivalità

Desio, comune italiano di 41.391 abitanti della provincia di Monza e Brianza. Quello però che Wikipedia non dice è la rivalità “feroce” che dal maggio del 1985 lega il centro lombardo con Firenze. O meglio, una parte di Firenze, quella che ha nel cuore le sorti della palla a spicchi di casa nostra. Impossibile non tornare indietro con la mente a quelle tre sfide che fecero definitivamente scoppiare la “basket mania” anche in riva all’Arno. Da qualche partita l’allora Ponterosso targata Liberti aveva iniziato a giocare nel palasport del Campo di Marte, una scommessa anche quella vinta da Giuseppe Varrasi che con l’allora assessore allo sport Enrico Bosi avevano di fatto dato vita a un impianto dalla storia travagliata.

Insomma, il PalaGiglio, diventò il teatro di due partite che, chi le ha vissute sul campo e sugli spalti, difficilmente riuscirà a dimenticare. Due squadre di grandissimo livello, formate da giocatori italiani che se giocassero adesso potrebbero mettere in difficoltà tanti stranieri e comunitari che giocano nella nostra serie A attuale. Parliamo ad esempio di uno come Claudio Crippa che poi nel prosieguo della sua carriera qualcosina ha vinto. Ma al di là della battaglia in campo, restano le immagini di 5mila persone che nella decisiva gara-3, vinta ancora una volta sul filo di lana (come in gara-1) trasformarono il palazzetto in qualcosa che a Firenze non si era mai visto. Per il basket.

Una rivalità, per tornare all’inizio, anche sugli spalti considerato che Desio si era presentata con una nutritissima pattuglia di rumorosi tifosi, munita di tavolette di legno per amplificare il proprio tifo. Tavolette diventate ‘volanti’ nel corso della partita. Cori, striscioni e anche fumogeni che quelli che sarebbero diventati i Whitered Devils avevano portato dentro il palazzetto. Nel mezzo una trasferta nell’epico PalaLido di Milano di un manipolo di eroi che portarono un enorme bandierone cucito dalla mamma di uno dei più sfegatati tifosi. Bandierone che subì l’assalto degli avversari, ma prontamente ricucito sempre dalla sarta per caso. Gara-2 finì con una robusta sconfitta (-20), ma al ritorno l’apoteosi. Il palazzetto prese per mano la squadra che regalò alla città intera un sogno…

Giampaolo Marchini (La Nazione)

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