Agente Zero #11: “Il punto più alto della mia carriera con questa Avellino”

Ciao a tutti, ben ritrovati su Firenze Basketblog. Torno a scrivere e a farvi compagnia alla fine di questa stagione di grande pallacanestro. Lo faccio con un po’ di malumore perché l’argomento di oggi è bello quanto doloroso, visto che si tratta ancora di una ferita aperta: la semifinale playoff.

Partiamo dal fatto che la serie Umana Venezia – Sidigas Avellino fino ad ora è stata la più equilibrata e combattuta. C’e da dire che quest’anno abbiamo incrociato Venezia 10 volte (tra campionato, Champions League e playoff) e ne siamo usciti sconfitti per 8, quindi posso dire senza problemi che la squadra che adesso disputa la finale scudetto si è ampiamente meritato questo risultato. Ciò non toglie che a tutt’oggi il 2-4 finale faccia malissimo.

Le 6 partite sono state sicuramente il punto più alto della mia (ancor breve) carriera perché in semifinale scudetto non ero mai arrivato. Poter giocare questo tipo di match è un emozione indescrivibile e la tensione che si respira prima di scendere in campo e incredibile e sono questi momenti che uno sportivo sogna fin da piccolo. Ho dato tutto me stesso sul parquet e anche per questo motivo non ho particolari rimpianti, tranne che per per gara 4 che ci è sfuggita di mano veramente per un soffio: un esito diverso il quella partita avrebbe sicuramente cambiato le sorti della serie 😥.

Ma procediamo per gradi.

Gara 1

Gara 1 è la prima partita della serie. Siamo consci del fatto che l’opportunità di fare una bella sorpresa a Venezia è da non sprecare, se vogliamo indirizzare la serie dalla nostra parte è il momento giusto e vogliamo tornare a casa con almeno una vittoria dal Taliercio. Facciamo una partita di intensità incredibile, giochiamo con semplicità e naturalezza in attacco, io porto il mio mattoncino e li stendiamo mettendo un po’ di pressione alla corazzata veneziana. È una grande partenza 😃. 1-0.

Gara 2

Incominciamo giocando un po’ troppo blandi (forse pensando ancora a gara 1) e subiamo i loro parziali e le loro fiammate. Venezia ha fatto intelligentemente dei cambiamenti nel roster dopo aver incassato la sconfitta di gara 1, e proprio questo cambio ci manda un po’ fuori-giro. Non abbiamo la forza della prima partita e non riusciamo a stargli attaccati. Torniamo amareggiati della sconfitta, ma siamo forti dell’1-1 e ci catapultiamo tutti al Pala Del Mauro!

Gara 3

Siamo a casa nostra e si vede. La cornice di pubblico è impressionante (ancora più che in campionato), tanto che ci sono momenti della partita in cui schemi e fischi di arbitri o allenatori non si riescono a percepire neanche ad un metro di distanza: spettacolo vero.
Joe is on Fire” e con Logan mettono 54 punti in due. In questi casi c’è poco che si possa fare, la partita è stata molto equilibrata fino al terzo quarto, fin quando poi abbiamo iniziato il bombardamento e tanti saluti: 2-1. #Daje

Gara 4

Di nuovo il palazzetto pieno, di nuovo una grande occasione di far male ai veneziani. Partita tosta, fisica, intensa ed equilibrata per tutto il tempo; si gioca molto sui nervi.
Si decide tutto nel finale: una penetrazione di Filloy che riesce ad evitare l’intervento di Fesenko ci condanna alla sconfitta per 2 punti. Abbiamo il tempo per il tiro della disperazione di Joe dall’altro lato, ma purtroppo la preghiera non viene accolta. Per me è una pugnalata che fa veramente male, torniamo in trasferta ancora sul pareggio: 2-2.

Reyer Venezia pareggia la serie contro S.S.Felice Scandone Avellino 1948dopo una gara 4 entusiasmante: decidono il canestro di Ariel Filloy e l'errore sulla sirena di Joe Ragland#LBAPlayoff#TuttoUnAltroSport

Pubblicato da LBA – Legabasket Serie A su Giovedì 1 giugno 2017

Gara 5

Ancora Taliercio. Si gioca in tarda serata per evitare la concomitanza con la finale di Champions League della Juventus, ma il clima nel palazzetto è torrido, irrespirabile per il troppo caldo.
Partiamo aggressivi come in gara 1 e le preoccupazioni del tifo veneziano sono evidenti, ma il secondo quarto ci uccide e ci fa sprofondare. Nonostante questo riusciamo a non mollare psicologicamente e torniamo a contatto con tanta voglia e cattiveria. Ma lo sforzo ci porta via energie fisiche e alla fine dobbiamo soccombere. Non ci piace ma torniamo a casa per vendicarci. 2-3.

Gara 6

Sembra che tutta Avellino sia dentro il Pala Del Mauro. L’atmosfera è di livello stratosferico, da pelle d’oca: questo ci fa comprendere ancora di più che per noi è una finale, una partita decisiva.
Mettiamo tanta voglia, tanta energia ma uniamo anche un po’ di confusione data dall’agonismo e la tensione sulle nostre spalle. Nonostante il nostro avvio roboante Venezia non si disunisce e regge l’urto. Mettiamo assieme dei parziali negativi che ci forzano a rincorrere fin quando nel terzo quarto tocchiamo ance il -14. L’orgoglio ci porta a una reazione fatta di determinazione ma non riusciamo a dare la zampata finale, siamo costretti ad arrenderci. È una delusione che lascia una grande amarezza. È finita: 2-4.

Dopo la partita la tensione lascia spazio alle emozioni. I tifosi ci hanno comunque sostenuti fino alla fine e adesso ci porgono un altro abbraccio cercando di consolarci e andare avanti. Lo spogliatoio è muto, viene a trovarci il presidente che ci lascia qualche parola, poi l’ultimo urlo in mezzo ed infine cala il silenzio. C’è chi guarda il vuoto, c’è chi ha voglia di piangere. Fesenko si va a prendere un ultimo applauso in mezzo al campo, non può crederci (e come lui anche noi) che questo è l’ultimo che i nostri tifosi ci concederanno quest’anno.

Gli ultimi giorni sono fatti di saluti, foto, brindisi, sorrisi, ma la testa a intervalli regolari ripercorre l’annata e rivive gli ultimi momenti e la sensazione è sempre di profonda tristezza.

Io intanto cerco di distrarmi e comincio a programmare le vacanze ma non voglio fermarmi troppo, perché se c’è anche una minima speranza di essere considerato per la nazionale voglio cercare di sfruttarla fino alla fine. Dunque la vacanza ancora non è ancora definita, ho qualcosa in mente per la meta? Top secret 😂!

Con calma poi mi organizzerò anche per il prossimo futuro.

Un abbraccio.

Zero.

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